19 Settembre 2024

La Tennerata sapori del Cilento

Il dolce tipico che si prepara solo il Giovedì Santo.

Il latte e la ricotta rigorosamente di capra, richiesti con grande impegno direttamente al pastore fidato. E le uova che siano del miglior pollaio del paese.

Solitamente ad occuparsi della ricerca di questi ingredienti erano gli uomini a cui piaceva rendersi utili, ma si intenda, solo perché è Pasqua.

In qualche paese del Cilento si usava il riso come ingrediente ma la “morte sua” era certamente la pasta, precisamente gli “schiaffettoni”, un altro modo tutto cilentano per denominare i più consueti “paccheri”, senza tuttavia cambiarne forma e sostanza poiché l’importante è che nei loro meandri gli ingredienti riescano a penetrare senza via di fuga.

La pasta si cuoce e condisce con abbondante formaggio (che domanda? Di capra!) e si lascia raffermare sul “maccaturo”; al contempo (sì, proprio contemporaneamente) uova, zucchero e latte in una ciotola e ricotta zuccherata in un’altra attendono di essere tutti miscelati a condimento della pasta.

Tutto insieme così, come in una festa di profumi a tema, in tegami di terracotta entravano nei forni accesi per l’occasione. I forni a legna che erano allocati sulle soffitte o nelle cucine rustiche delle case di campagna dedicati alle preparazioni eno-gastronomiche come la lavorazione del maiale, la preparazione del pane e della pizza cilentana, della salsa, dei fichi o, appunto, di calzoni, pastiere e tennerate rigorosamente il Giovedì Santo.

Oggi la tradizione regge il tempo e la modernità perché le cose belle e buone rimangono e, soprattutto, come si dice nel Cilento “almeno per segno” si deve fare.

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