27 Aprile 2024

L’odore fresco e pungente del prato appena tagliato inebria l’aria di una primavera ritornata, potrebbe mai essere quell’odore un segnale d’allarme?

Gli organismi vegetali utilizzano diversi mezzi di comunicazione per scambiare notizie, tra di loro, con l’ambiente o con gli insetti. Quello maggiormente utilizzato e prediletto avviene attraverso la propagazione nell’aria di molecole chimiche, o più precisamente Composti Organici Volatili (COV), ricche di informazione di diverso tipo.

Una trasmissione possibile grazie agli stomi, cioè delle microscopiche strutture, formate da due cellule, presenti per lo più sulle parti erbacee aeree della pianta, che si aprono e chiudono permettendo lo scambio gassoso.

Per sprigionare queste molecole, i vegetali, hanno un notevole dispendio energetico, per cui la loro produzione è spinta da motivazioni serie come ad esempio segnali di repulsione e pericolo.

Infatti, alcuni di questi messaggi sono dei veri è propri S.O.S. lanciati alle piante vicine, in modo che queste possono preventivamente difendersi da una possibile offensiva, riducendo i danni e scoraggiando i successivi aggressori. Tanto è vero che, in caso di attacchi da parte di erbivori, sono in grado, sempre attraverso i COV, di attrarre nemici naturali dell’assalitore, o anche attraverso la produzione di tossine, di diventare indigeribili o velenose per i predatori.

Le comunicazioni volatili sono innumerevoli, a volte differenti tra le diverse specie, altre volte con un idioma comune. Esistono anche messaggi privati con destinatari precisi, come quelli tra piante ed impollinatori.

I messaggi sotto forma di odori  compongono un vero e proprio vocabolario linguistico, formato da una struttura a noi molto complessa e, per questo, di difficile codificazione completa.

Troppo spesso sottovalutiamo le piante considerandole esseri inerti, perché non siamo in grado di comprenderle a pieno, mentre, in modi differenti, siamo tutti interconnessi in una comunicazione funzionale globale.

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