16 Settembre 2024

Una monotonia salutare

La noia non fa male, lo sostengono molti studiosi per i quali per i bambini è innocua ma anche positiva.

L ‘estate è tempo di raccolta ma anche tempo di riposo, la scuola finisce, le attività extrascolastiche anche. Basta alle attività, basta ai tran tran mattutini, tutto rallenta, dando la possibilità di godere delle giornate più lunghe con visi più rilassati. I bambini hanno diritto a questo tempo di rilassamento che è il loro tempo, un tempo che non conosce appuntamenti, né orari da rispettare che non lasciano spazio alla noia, che in estate, si impadronisce di molti momenti della giornata. 

Ma la noia non fa male, lo sostengono molti studiosi per i quali la noia è innocua ma anche positiva. La noia è creativa, salutare, educativa perché insegna ai bambini a trovare delle soluzioni alternative, li obbliga a pensare, li abitua a prendere delle decisioni. La noia li stimola a trovare nuove attività per distrarsi come la creazione manuale di oggetti, la preparazione di ricette in cucina, li sprona a migliorarsi. Permette ai bambini di crescere ma, soprattutto, è fondamentale per sviluppare la capacità di introspezione troppo disturbata da tutti gli stimoli che il bambino riceve. 

I bambini abituati a mille attività, si ritrovano di colpo ad essere liberi di organizzarsi da soli, senza la guida degli adulti, possono scegliere di fare o non fare, ma soprattutto, di fare ciò che a loro piace di più e di cui sono capaci. Noi adulti, per tutto l’anno, ci siamo limitati a spostarli da un luogo all’altro, in un’organizzazione quasi maniacale, di attività e giochi per farli divertire senza credere nelle loro capacità di gestire i momenti di noia e, da essa, trovare divertimento. 

Permettiamogli di essere più forti, ricchi di autostima per avercela fatta e per non essersi lasciati vincere dalla noia, per dirsi “io sono capace” di badare a sé, al proprio divertimento e costruirsi la propria giornata. Dunque i bambini devono coltivare la loro noia e cercare autonomamente i modi per superarla, i genitori devono fornire spunti ma non programmi dettagliati.

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