Il frutto proibito della salute

L’origine del nome potrebbe derivare da Mala Orcula, in quanto prodotta nell’antica Puteoli (Pozzuoli) intorno all’Orco (Gli Inferi) in epoca preromana. Anche alcuni dipinti rinvenuti negli scavi di Pompei ed Ercolano dimostrano la millenaria presenza. Una delle aree di maggiore produzione è Il Giuglianese- Flegrea e da secoli, Giugliano in Campania, è ritenuta la città della mela Annurca. La Festa della Mela di Valle di Maddaloni ne è il punto di riferimento nelle manifestazioni regionali, dove è possibile degustarla in diversi modi.

Grazie al marchio IGP la sua produzione è cresciuta notevolmente fino ad arrivare all’80% della produzione melicola regionale. Rispetto allo scorso anno, ha avuto un incremento del 10% e quest’anno si sono esportate 150 mila quintali e giunte sulla tavola dei consumatori 400 mila quintali.

È un frutto che vanta diverse proprietà benefiche. Composto da circa l’84% d’acqua è ricca di vitamine A,B,C, acido ossalico, fruttosio e polifenoli. Inoltre contiene potassio, calcio, magnesio, ferro, fosforo ed è povera di sodio. Un antiossidante naturale che abbassa il colesterolo cattivo, rafforza l’apparato muscolare, aiuta la digestione, combatte la stipsi (se mangiata cotta), favorisce la crescita di capelli, aiuta a sbiancare i denti (grazie alla presenza di acido ossalico), combatte l’acidità gastrica ed elimina l’acido urico. Un frutto salutare sotto tutti gli aspetti. Di piccole dimensioni, con una buccia di colore rosso è generalmente ruvida al tatto con la polpa bianca e succosa dal sapore dolce/acidulo. Si raccolgono ancora acerbe, perché il suo peduncolo è molto sottile e quindi non sostiene il peso del frutto cadendo dall’albero; in seguito vengono sistemate nei melai per completare la loro maturazione.

Di certo mangiarla non è peccato, anzi…

Una curiosità, la mela annurca nella smorfia è il numero “80”, sognarla significa tenacia nel lavoro.