Il contagio emotivo

Una risata migliora la circolazione del sangue, contribuisce a rafforzare il sistema immunitario e tiene il cervello in allenamento, in uno stato di “micromosso” a decristallizzare regole.

Lo sosteneva già Ippocrate, il padre della medicina antica. E lo trasformò in terapia Patch Adams, medico statunitense e ideatore della clownterapia: ridere aiuta a guarire! Non un semplice momento di evasione, ma una vera e propria terapia. E a riconoscerne gli effetti, nel 2017, arriva anche in Italia la legge che stabilisce la possibilità di utilizzare, attraverso l’opera del personale medico, non medico e di volontari appositamente formati, il sorriso e il pensiero positivo a favore di chi soffre.

I benefici della risata sono stati scientificamente provati. Quando ci impegniamo in profonde risate il corpo comincia a liberare gli ormoni della felicità e a migliorare diverse funzioni fisiche e psichiche. Ridere migliora il sistema immunitario in quanto ci permette di abbassare quei toni dell’umore negativi che sono pericolosi per il nostro benessere. Quando viviamo un periodo di forti tensioni, ridere ci aiuta a non far tracollare il nostro equilibrio fisico e mentale. Riduce il rischio di malattie al cuore poiché aumenta il volume delle pareti interne delle arterie. Diminuisce lo stress e funge da antidepressivo. Riduce la pressione sanguigna ed è un antidolorifico naturale. Ridere favorisce la costruzione della resilienza, dell’autostima e le capacità di fronteggiare i problemi. Concedersi una grassa risata regala benessere fisico, psicologico e sociale.

Spesso si pensa che per sorridere ci debba essere un preciso motivo, beh… non è così!

Ridere a crepapelle, ridere di gusto, ridere con gli occhi, ridere tra sé e sé, ancora meglio con gli altri, ridere fragorosamente, in questo gesto pare che sia custodito il segreto per una vita migliore. E se non c’è nulla da ridere? Impariamo a farlo, a lasciarci andare come solo i bambini sanno fare. Un po’ come ai tempi della scuola, quando a qualcuno partiva la “risata scomposta” che in un attimo contagiava tutta la fila.