16 Maggio 2024

“Fiumi azzurri e colline e praterie dove corrono dolcissime le mie malinconie”, nel mentre si tentava di destare l’attenzione e trovare qualche ragione per guardare quello spettacolo della Bersagliera, a dir poco disastroso, della partita di ieri Lazio Salernitana, rapiva la concentrazione dello spettatore e sottolineava il potere militante dello stare insieme. Un coro, i versi di un testo sacro della canzone italiana, i giardini di marzo, venivano urlati a squarciagola, rubando la scena. Si dirà: la partita era un allenamento, sarà pur vero, il risultato scontato, ma altrettanto vero che quel coro, quel pezzo autentico di Stadium art, restava un tratto dell’espressione di una comunità, di un club, i laziali, che, in aperta contestazione, sembravano ritrovare in quel canto una ragione di vita e liberatoria. Dicendo alla società con quel simbolo canoro, straripante nel primo tratto della gara, quanto la stessa fosse distante dal club. Situazione analoga, dall’altra parte, con toni decisamente più drammatici, la prossima stagione segnata, senza cori per l’assenza dei tifosi della Salernitana dovuta alle note vicende dei divieti prescritti dalle leggi, ma che in quelle facce, inquadrate di tanto in tanto, faceva emergere quel senso di mortificazione, di scoramento sportivo, che la tradizione sportiva abbraccia e contiene quando i suoi colori sono sbiaditi. Tradizione che anche quel coro dei biancocelesti faceva sua e che i tanti salernitani presenti, compresi quelli via cavo, avranno pensato. Non più tardi di due settimane fa in quel di Bologna, la settimana scorsa a Salerno, complice lo stesso spartito, gli attori immutati, il film in campo il sottofondo di una colonna sonora per rilanciare quell’universo granata che trova spazio dentro di ognuno. Saranno pure dolcissime malinconie ma ci ricordano che quel canto libero ti riporta in quella continuità, patrimonio di un club che appartiene al tifoso, al custode, che viene dal passato, vive nel presente, a tratti diventa successo sportivo, altre volte sconfitta, da cui ripartire.

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