16 Maggio 2024

Di padre in figlio recita un refrain di un coro dei tifosi della Salernitana, rinviando ad una passione che colpisce generazioni di cittadini tifosi, ma potrebbe essere il racconto di un viaggio, di un’esperienza che l’amore tra padre e figlio testimonia nella fede verso un simbolo, un colore, che ha riempito stanze, attraversato città, e facendosi largo, mano nella mano, ci ha spinto e tutt’ora lo fa lungo un percorso che fa risalire sentimenti, immagini, destini. Sui gradoni di un vecchio stadio al centro della città, dentro la speranza di quello nuovo che più non è, nel sogno di quello promesso.  Ricordando una palla varcare davanti alla porta e confondersi con il color bianco che spesso abitava l’area del portiere, la corsa di un longilineo attaccante granata col baffo verso la vecchia Curva Sud dove spesso campeggiava uno striscione, ora marchio della Salernitana Avanti Bersagliera, nella recita di un sipario di tinta granata, alle porte della fine del secolo, per annunciare il nuovo atto. Lo spettacolo cambiava titolo e la Vecchia Signora lasciava la casa per ammodernarsi il look, trovando un nuovo spartito, dove il direttore d’orchestra, complice la coralità del gioco, tra tagli di un giocatore intelligente quanto precursore del miglior Callejon del Napoli, anticipava un modulo di gioco perfetto che qualcuno poi dice ci fece ricapitolare in quella che poi è stata la nostra dimora per un po’. La seconda serie. Anche la terza, nuovamente, complice il primo fallimento, poi il secondo. Ripartendo dagli ultimi e dai campi di periferia, quelli del Salerno Calcio, riprendendosi poi i simboli di un patrimonio materiale e immateriale che il colore della maglia fa suoi, per risalire la china e arrivare nuovamente nell’olimpo. Lunghi i dieci anni, difesi a denti stretti negli ultimi due anni, meritoriamente con i suoi interpreti, tutti, ora chissà. Certo è che questa è tutt’altro che una storia di indici di liquidità, pardon, liquida, né di protagonisti, seppure decisivi, parzialmente raccontati qui, ma il destino che accomuna da sempre una comunità ampia di cittadini che nella maglia racconta una cultura, cultura popolare e di territorio.

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