18 Ottobre 2024

Il “Giorno della Memoria”, istituito in Italia con la legge 211 del 20 luglio 2000, viene celebrato per ricordare il 27 gennaio 1945, giorno in cui l’esercito sovietico entrò nel campo di concentramento di Auschwitz, scoprendone e rivelandone al mondo l’orrore.

Questa giornata viene celebrata per ricordare la Shoah, lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani deportati nei campi di concentramento, la prigionia, la morte, nonché coloro che, a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

Ulteriormente, con la Risoluzione 60/7, adottata dall’ Assemblea Generale delle Nazioni Unite, si ribadisce che l’Olocausto, che provocò l’uccisione di un terzo del popolo ebraico e di innumerevoli membri di altre minoranze, deve essere per sempre un monito per tutti i popoli sui pericoli causati dall’odio, dal fanatismo, dal razzismo e dal pregiudizio.

Ancora, la Risoluzione 60/7 riconosce il contributo degli Stati che si sono impegnati nella conservazione della memoria dei siti che fungevano da campi di sterminio nazisti, prigioni, campi di concentramento e lavoro forzato durante l’Olocausto.

Infatti la ratio della Risoluzione è quella di ricordare i crimini del passato per impedire che si ripetano ancora, un monito che deve spingere il mondo a dire “mai più”.

Per non dimenticare, a noi viene in mente il discorso Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, tenuto al Parlamento nel 75esimo anniversario della liberazione del campo di concentramento nazista. La senatrice ricordò se che si può, con responsabilità e coscienza, essere sempre quella farfalla gialla – disegnata da una bambina del campo di Terezin prima di essere uccisa dai nazisti – che vola sopra ai fili spinati.

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