8 Settembre 2024

Eco di pagine: riflessione e guarigione

Si parla di biblioterapia, perché la lettura può diventare terapeutica in quanto è strumento di crescita individuale e collettiva, apre a nuove conoscenze, allarga gli orizzonti. In Italia, purtroppo, non va molto di moda. La lettura, oltre a fornire molte informazioni, fa bene alla mente e al cuore. Leggere, infatti, stimola l’attività cerebrale, migliora la memoria e le varie funzioni cognitive e poi emoziona. 

La disciplina che ha come protagonisti i libri, viene utilizzata nella psicoterapia; un libro può diventare una medicina per le menti e lo spirito, tant’è che alcuni professionisti prescrivono i libri come compiti a casa ai pazienti.  Il primo ad utilizzarli in questo modo fu negli anni 30 uno psichiatra americano. 

La scienza si è ben presto diffusa in tutto il mondo per curare disturbi di ansia, di depressione e disturbi del comportamento alimentare e sessuale e perfino nel trattamento della schizofrenia. Ma la lettura si rivela terapeutica anche in altri sensi, apre orizzonti, catapultando il lettore in mondi sconosciuti da esplorare, non solo terre fisiche ma anche interiori. Un buon libro può rigenerare, produrre un cambiamento. 

Spesso ci si accorge che un libro letto in un certo periodo della vita, si rinnova, se riletto dopo tempo, questo perché i libri aiutano a crescere e non solo ad accumulare informazioni. Secondo l’organizzazione mondiale della sanità per stare bene a 360 gradi, bisogna essere sani fisicamente ma anche sentirsi in forma a livello mentale e sociale. Ciò presuppone una crescita culturale sostenuta dalla lettura. 

Oggi la biblioterapia è promossa in diversi carceri con percorsi di lettura guidata anche in biblioteche e in strutture sanitarie. Le letture guidate, individuali o di gruppo, prevedono letture ad alta voce su vari argomenti e con libri di autori diversi seguendo un programma prestabilito.

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