16 Settembre 2024

La magia del bambù sacro

In Europa è stata introdotta nel 1804 dallo scozzese William Kerr, un procacciatore di piante al quale si attribuisce l’importazione nel vecchio continente di innumerevoli specie.

La Nandina, detta anche bambù sacro, è una tipica pianta ornamentale dei paesi orientali che la reputano un portafortuna e per questo la coltivano soprattuto attorno alle case e ai templi sacri. Inoltre, secondo un’antica credenza giapponese, si affidano alla Nandina i propri incubi e paure per non farli avverare.

In Europa è stata introdotta nel 1804 dallo scozzese William Kerr, un procacciatore di piante al quale si attribuisce l’importazione nel vecchio continente di innumerevoli specie. Arrivata a Londra per la prima volta, fu inizialmente coltivata in serra, dato che vi erano molti dubbi su come avrebbe potuto reagire alle temperature fredde. Ad oggi sappiamo che si adatta facilmente a diversi tipi di clima e, grazie anche alle poche cure di cui necessita, è ampiamente diffusa nei nostri territori. Viene frequentemente utilizzata per tappezzare i giardini essendo un arbusto perenne con la caratteristica di cambiare colore ad ogni stagione. Le foglie, infatti, mutano dal verde all’arancione, fino al rosso; i grappoli di bacche rosso brillante l’adornano dall’autunno all’inverno; mentre a luglio è possibile ammirare la sua fioritura bianca in grandi racemi a forma di pannocchia.

Bella da vedere, ma tossica in tutte le sue parti. Non è letale per gli uomini, ma può esserlo per gli animali ad esclusione degli uccelli che se ne nutrono. 

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