16 Settembre 2024

Giuseppe De Nittis, pittore del “nostro” Sud

L’occhio dello spettatore, resta subito preso dal lucore dei quadri. Luce piena e diffusa e mai violenta ma, netta e chiara, che avvolge carri e persone nella celebre rappresentazione di un viaggio nel Meridione.

Nel centro storico di Barletta tutto riflesso di luce sui basoli bianchi delle strade, delle pietre delle cattedrali e delle chiese c’è uno scrigno d’arte che custodisce diverse opere di Giuseppe De Nittis (1846-1884), uno dei grandi nomi della pittura europea del secondo Ottocento. 

Nelle antiche stanze dello splendido palazzo barocco Della Marra si possono ammirare alcuni lavori importanti del pittore barlettano, amico di Degas, di Manet e di tanti altri illustri artisti europei. Si resta presi dalla bellezza di queste opere conservate a Barletta, appartenenti a periodi diversi della vita di “Peppino”, che presentano soggetti ed impostazione differenti, secondo la rivendicata libertà dell’artista. 

L’occhio dello spettatore, resta subito preso dal lucore di certi quadri, dall’evanescenza immediatamente palpabile e viva delle nuvole e degli sbuffi di fumo bianco delle locomotive di treni a vapore che attraversano la spoglia campagna; dello sfarfallio della neve bianca in cui è immersa la figura di una donna in nero, o del paesaggio in cui avanzano a volo slitte sul ghiaccio guidate da figurine appena tratteggiate ma vive e dinamiche nella luce bianca del quadro. Così, è ancora questo lucore, questa luce piena e diffusa, e mai violenta però, piena netta e chiara, che avvolge carri e persone nella celebre rappresentazione di un viaggio lungo la “Strada da Napoli a Brindisi”, o che fa emergere visi di donna, o che troviamo a illuminare prati di colazioni all’aperto o le nubi e l’erba delle scene di corsa all’ippodromo, tanto in voga a quel tempo. Il mondo urbano di Parigi dove l’artista è vissuto ed è morto, con le attrattive e le mode di una città moderna, effervescente e dinamica, poco ha a che fare con il mondo ed il paesaggio della sua Puglia. 

Le opere custodite a palazzo Della Marra di Barletta sono testimonianza di un legame con l’Italia del Sud che egli cercò di mantenere e che la moglie Leontine sancì con una coraggiosa donazione nel 1912 al Comune di Barletta, “per curare la fama del loro compatriota” come scrisse nel testamento.

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