19 Settembre 2024

Le opportuniste

Le orchidee non nettarifere, non producendo alcun tipo di sostentamento per gli insetti, mettono in atto strategie di mimetismo per attirarli a sé.

Gli insetti impollinatori trasportano il polline da un fiore all’altro in cambio di nettare, uno scambio reciproco che permette la sopravvivenza di entrambi. In questo modo, infatti, le piante possono riprodursi e gli insetti possono nutrirsi.

Tuttavia ci sono alcune piante che adottano tecniche di sopravvivenza ingannevoli a scapito degli impollinatori. Tra le più opportuniste abbiamo molte specie di orchidee non nettarifere, le quali, non producendo alcun tipo di sostentamento per gli insetti, mettono in atto strategie di mimetismo per attirarli a sé. Tali piante sono, infatti, in grado di imitare fiori nettariferi, rendendosi più attraenti degli originali e emanando il loro identico profumo. In tal modo attirano gli impollinatori i quali vengono costretti, nel tentativo di scappar via, a percorrere un tragitto obbligato che, oltre a lasciarli a stomaco vuoto, li caricherà di polline. 

Un altro modo ancor più sofisticato, che le orchidee mettono in atto per sedurre gli imenotteri, è quello della pseudocopulazione. In questa pratica, il labello, ossia quell’unico petalo diverso che si trova al centro del fiore, simula perfettamente l’odore, la forma, la consistenza (compresa la peluria), e il colore dell’addome della femmina dell’insetto adescato. Questi stimoli tattili, olfattivi, e visivi perdurano anche dopo che il malcapitato animaletto si è posato sul petalo, in modo tale che, mentre il finto accoppiamento continua, i movimenti dello sprovveduto fanno appicciare il polline al suo corpo. L’obiettivo dell’abbindolatrice è così stato raggiunto, poiché l’insetto non potrà far altro che trasportare il polline su un nuovo fiore, ignaro di essere stato ingannato.

Con queste subdole tattiche, solo le piante traggono beneficio, mentre gli insetti oltre a non ottenere nessun vantaggio, sprecano tempo ed energie. Le opportuniste con furbizia riescono a garantirsi la sopravvivenza, ma viene a mancare il rapporto di reciprocità simbiotica tipico del processo di impollinazione.

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