8 Settembre 2024

Il termine Mediterraneo non è solo il sostantivo che indica il meraviglioso mare blu che abbiamo sotto gli occhi in ogni dove. Mediterraneo è anche un aggettivo, è appartenenza delle terre bagnate da questo mare ricco di storia, profumi e contrasti; è una caratteristica che rende poderosamente tangibile, in una percezione quasi onomatopeica, questi colori e i loro sapori così come i suoni che ne caratterizzano la vivacità e la singolarità.
Colori e odori offrono il primo impulso alla scelta del cibo e rappresentano la promessa al gusto di chi vi si affida. 

E poi c’è la comunità dei luoghi che è intrisa di tanta essenza, che recupera le ricette della tradizione enogastronomica così come dei rimedi naturali per la cosmetica e la medicina popolare, ci sono i giovani che tornano nella terra dei nonni e vi scoprono il loro posto nel mondo.

I piatti della tradizione rappresentano la sintesi del patrimonio materiale e di quello immateriale, un percorso di sperimentazioni divenute regole non scritte, segreti tramandati di generazione in generazione che oggi chiamiamo tradizioni, un sodalizio che avviene dall’alba dei tempi, quello fra la natura e l’uomo.

L’Italia è densa di patrimonio artistico e culturale ed è altrettanto dotata di un patrimonio enogastronomico inconfutabilmente nel mondo, con la sua immane biodiversità e la magia della sapienza contadina che ancora oggi riecheggia nelle nostre tavole unitamente alla genialità di maestri delle prelibatezze che rappresentano la magia dei cibi e dei piatti italiani.

Non mangiamoli solo questi piatti, degustiamoli, andiamo a conoscere i luoghi e le comunità che ne producono le materie prime o dove è nata la tradizione della loro lavorazione.

Il viaggio dei sensi non può essere svolto che fisicamente.

Inoltratevi nei nostri borghi, fermatevi con tutti i cinque sensi e, se possibile, con qualcuno in più.
Nell’Italia autentica dove le promesse vengono mantenute, da sempre.

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