16 Settembre 2024

Un primato poco conosciuto

Per una volta ci siamo mossi bene e per tempo, ma bisogna ancora fare dei passi avanti per assicurare che il depuratore di Salerno coinvolga non solo la città ma tutti i comuni che sversano a mare. 

Tra i prestigi poco conosciuti primati del nostro territorio c’è anche quello relativo all’ecologia delle acque reflue. Salerno, infatti, ha avviato il suo depuratore già negli anni ’80 del secolo scorso. Milano, invece, solo nel 2003. Dal 1988 a Salerno il depuratore svolge il suo regolare servizio. Per una volta ci siamo mossi bene e per tempo, ma bisogna ancora fare dei passi avanti per assicurare un servizio efficace a livello globale, che coinvolga non solo la città capoluogo ma tutti i comuni che sversano a mare. 
Un impianto di depurazione ha il compito di raccogliere nelle sue vasche le acque reflue degli scarichi e attraverso specifici processi chimici decontaminarle dagli inquinanti organici o inorganici per convogliarle poi nel mare. I depuratori sono essenziali per la qualità della vita. La terra ed il mare, da soli, non sono più in grado di auto-depurare le acque dalle sostanze inquinanti, data la quantità e la tipologia degli inquinanti.  
L’impianto di Salerno è una struttura ingegneristica articolata, formata da quattrocento chilometri di rete fognaria e dodici stazioni di sollevamento fognario in grado di servire tutto il territorio comunale.
I macchinari di depurazione hanno la capacità di servire circa 700.000 abitanti. Il processo di depurazione è composto di due linnee fondamentali: la “linea acque”, che consente di depurare il liquame in ingresso, rimuovendo gli inquinanti e ottenendo un’acqua depurata che viene poi rilasciata nel fiume Picentino, e la “linea fanghi”, deputata al trattamento del materiale rimosso dalla “linea acque”, per ridurne il volume e per trasformarlo in concime e biogas.
Il depuratore di Salerno è oggi un complesso sistema di ingegneria ambientale e chimica che collega 80 chilometri di collettori comprensoriali di vari comuni della provincia, servendo 12 comuni, da Giffoni Valle Piana a Vietri sul mare. Battipaglia ha un suo depuratore, come anche Castiglione del Genovesi che ha attivato un suo impianto di depurazione, piccolo ma efficace. La vicina Cava dei Tirreni presenta ancora zone che purtroppo non sono servite da alcun depuratore, e solo la metà del suo territorio comunale è collegato agli impianti di depurazione dell’agro nocerino-sarnese. Cetara è in affanno, e benché sostenga di aver stabilito il collegamento con l’impianto da almeno due anni, in realtà, purtroppo, sversa ancora le sue acque contaminate direttamente a mare. È necessario che la politica e l’amministrazione si diano da fare per rimuovere ostacoli tecnici e burocratici. Qui, come dappertutto, non si può più attendere oltre. La depurazione delle acque reflue, soprattutto oggi nella prospettiva della Green revolution, è un dovere civile primario di tutte le comunità locali. Il diritto alla salute passa anche attraverso l’ecologia delle acque.

About Author