8 Settembre 2024

Come eravamo… il Quartiere ZEVI, ’a ciampa ‘e cavallo

La sua costruzione fu avviata nel 1958 sul progetto di edilizia popolare dell’architetto romano Bruno Zevi, e portata a conclusione sul finire del 1962, con la consegna di 168 appartamenti e 41 case unifamiliari.

Il Rione Zevi, più noto come ’a ciampa ‘e cavallo per via della sua particolare forma a ferro di cavallo, è un quartiere popolare della zona orientale di Salerno.

La sua costruzione fu avviata nel 1958 sul progetto di edilizia popolare dell’architetto romano Bruno Zevi, e portata a conclusione sul finire del 1962, con la consegna di 168 appartamenti e 41 case unifamiliari.

Per tanti anni abbiamo vissuto il quartiere come un’unica famiglia, ci conoscevamo tutti, e noi ragazzi di quegli anni siamo cresciuti insieme giocando a pallone nel campetto interno alla ciampa. Non era un campo di calcio come lo intendiamo oggi, ma solo un rettangolo di terra sconnessa, ma a noi bastava per divertirci.” – ci racconta, con un po’ di nostalgia, Gino Della Rocca Presidente dell’Associazione Bruno Zevi e abitante del Rione dal settembre 1962, anno in cui la ciampa di cavallo cominciò a popolarsi.

Gli anni dal 1982 al 1995, in cui la ciampa fu occupata dai containers che ospitavano le famiglie terremotate della città, segnarono la fine dello spirito originario del Rione Zevi.

Quando l’ultimo container fu rimosso ci rendemmo conto che tanta gente del Rione era cambiata, molti figli dei vecchi assegnatari erano andati via, molti avevano venduto casa, altre persone erano venute ma non eravamo più una famiglia.

Nel 2009, condividendo il sogno di recuperare un po’ di quella socialità perduta e migliorare la vivibilità del Rione, tredici residenti costituirono l’Associazione Bruno Zevi.

Da allora, tra tante difficoltà, grazie alla passione dei Soci, la ciampa di cavallo ha recuperato una dimensione più dignitosa, un’immagine più curata, con servizi di aggregazione sociale per i residenti e non solo.

Il Rione Zevi ne ha bisogno, la città di Salerno ne ha bisogno, tutti abbiamo bisogno di ritrovarci insieme con l’animo solidale e spensierato di quei straordinari anni ‘60.

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