19 Settembre 2024

Il mare negli occhi.

Massimo, ripara reti da pesca da quando aveva dodici anni. Ha imparato a farlo grazie a suo nonno. È un lavoro di grande perizia, con un impegno di tempo ed esperienza perché la rete deve sempre avere un suo equilibrio

Massimo, ripara reti da pesca da quando aveva dodici anni. Ha imparato a farlo grazie a suo nonno. La riparazione delle reti è sempre stata una necessità immediata, mentre per la fabbricazione, erano soprattutto le donne che si occupavano della tessitura.

In origine erano realizzate in cotone, e di colore bianco. I lavori venivano eseguiti specialmente nella bella stagione, cosicché la piazza o la strada diventavano luoghi di aggregazione dove si lavorava tutti insieme. Ogni rete veniva costruita secondo parametri ben precisi e ancor oggi rispettati; riferimenti che tengono conto del tipo di pesca e delle condizioni del mare. È un lavoro di grande perizia, con un impegno di tempo ed esperienza perché la rete deve sempre avere un suo equilibrio; una volta posata in acqua deve aprirsi bene altrimenti comprometterebbe la riuscita della calata.Dalla cura con cui viene costruita la rete dipende non solo la resa della pesca, ma anche dell’ecosistema marino, infatti questi artigiani-pescatori vengono giustamente definiti dei veri e propri “ingegneri del mare”.

Massimo, nonostante il tempo passi, ha ancora il mare negli occhi e i segni del freddo e del sale nelle mani e commosso con un velo di nostalgia ci racconta le fatiche passate.

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