Scrivere a mano: un’abilità da valorizzare
In molti Stati americani, già dai primi anni della scuola primaria, gli alunni, si servono della tastiera che ha sostituito la calligrafia corsiva. Molti studi dimostrano che scrivere a mano coinvolge aree del cervello più vaste di quanto ne coinvolge la scrittura digitale, infatti, le numerose paginette di lettere che venivano scritte una volta, rappresentavano un modo per allenare il cervello.
E’ stato dimostrato che, chi scrive a mano, impara a leggere più velocemente ed esprime più idee, inoltre, migliora la qualità di apprendimento e di comprensione e, chi prende appunti a mano, anziché usare il Tablet, fissa meglio i concetti che ascolta. Scrivere a mano è un’arte e rappresenta un mezzo immediato di espressione comunicativa e pratica, necessita solo di carta e penna o di un gessetto e di una lavagna.
Il corsivo, dal latino “currere”, che corre o scorre, è semplice e valorizza il lavoro della mano e della mente. Ha una caratteristica personale e rivela l’identità di chi scrive, le sue attitudini e le sue potenzialità affettive e relazionali. Esprime la personalità di ciascuno ed è come un’impronta digitale personale ed unica, infatti, non esistono due grafie uguali, ognuno ha la propria. Ciascuna esprime qualcosa della personalità, dello stato emotivo temporaneo che può essere di calma o di rabbia.
Scrivere a mano libera la mente da altri pensieri, aiuta a concentrarsi su quello che si scrive e a liberare le tensioni, a rilassare mente e corpo. Mentre si scrive ognuno si concentra sui tratti dell’inchiostro e la mente è più creativa e libera. Ogni tracciato grafico, che sia scarabocchio, disegno o scritto, rivela la propria coscienza e il proprio inconscio, per esempio scrivere un diario è liberatorio perché imprime su carta le sensazioni del momento, non a caso, quando si è arrabbiati, si suggerisce di scrivere una lettera e sfogare le frustrazioni.