18 Ottobre 2024

Leggendo di altro, un interessante libro di diritto, nelle pagine iniziali discorrendo di storia, volendola definire, l’autore ci dice che la storia “è distanza e per questa la si ama, insegnandoci tutt’altro e per questo fa sognare”. Ma cosa mai la storia può insegnare ad un tifoso della Salernitana? Tanto ma è un episodio in particolare che si pone a distanza e dopo trent’anni fa desiderare di riavvolgere il nastro della tua vita. La partita, Salernitana Juve Stabia, serie C 93-94, trentamila salernitani raggiungono lo stadio San Paolo, consapevoli che quel giorno ci sarebbe stato il cambio di passo. Ebbene si, per chi veniva dagli anni del Vestuti quel match ha rappresentato il Rubicone granata. Undici eroi guidati dal profeta, impazzano per l’Italia intera sulle note di Go West, facendo divertire il popolo granata e issando il Cavalluccio ovunque. Accompagnati da un gioco spettacolare e da un’impresa che porta tutta la città, attraversando il confine, nell’olimpo del calcio moderno. Facendo dimenticare quelle improbabili campagne estive roboanti per approdare in serie B, finite rovinosamente tra le polveri del Vestuti, quella squadra, quel meccanismo perfetto, a mo’ di Zenith, quando suonava l’ora della carica ti segnalava che non ce n’era per nessuno. Portando la città sportiva in quella dimensione che le apparteneva, regalandole l’orgoglio di essere la Squadra e di co-appartenerle. Altro che rivalità vicine, che pure rimangono scolpite nella mente dei meno giovani, ribaltate come un calzino, grazie a quegli schemi illuminanti, tagli saettanti, grappoli di rete, pareggi questi sconosciuti. Dentro o fuori la stessa cosa, idem l’anno successivo in Serie B che per un accidente del destino non divenne massima serie. Si andava allo Stadio, anzi ovunque, sapendo che la palla anche in inferiorità numerica non l’avresti mai fatta vedere all’avversario. E così era!! I tifosi meno giovani, spesso presi in giro da rivali, si riprendevano la rivincita, guardando oltre, verso il non ancora. Chissà, ritornando dalla storia, guardando l’oggi ci vorrebbe quello spirito. 

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