Utrecht, 8:24 pm
Credo ci siano tanti modi diversi di essere femminili, e che ognuno di essi rispecchi un preciso tipo d’identità che si sceglie di avere. Tra quelli che mi stanno più a cuore, c’è una femminilità che mi piace definire disordinata, dalla delicatezza non convenzionale. Un’indole che nel suo essere caotica risulta genuina, fatta di contraddizioni che le conferiscono una coerenza sincera, e umana. Un’aura di cui sembra ci sia vestiti di fretta, senza pensarci troppo, e magari senza nemmeno avvertire la necessità di guardarsi allo specchio. Un modo di essere che si riflette in una disinvoltura impacciata, nel fare le cose con un costante velo di palpabile imperfezione, che forse un po’ ne accentua l’autenticità.
Chi tale femminilità goffamente la indossa, declina l’armonia al contrario e ne ha piena consapevolezza. Ha una bellezza che fa sorridere, che si articola in tanti piccoli dettagli sconnessi diversi tra loro, apparentemente senza una linea di continuità. Chi la femminilità disordinata se la mette addosso, sembra appaia sempre in una maniera nuova, pur rimanendo imprescindibilmente uguale a sè. E se è davvero una scelta, forse è l’unico modo che un animo caotico ha di vedersi vivere.