18 Ottobre 2024

Dalle pagine celebri de Le mie prigioni di Silvio Pellico abbiamo conosciuto la storia drammatica dei prigionieri italiani allo Spielberg, il famigerato, terribile carcere austriaco a cui erano avviati i patrioti italiani, responsabili delle trame contro la dominazione dell’Austria-Ungheria in Italia. 

Meno note, invece, le vicende dei patrioti del Sud, che vivevano più o meno negli stessi decenni, le loro tragedie personali e politiche, spendendo la loro vita, in quegli anni del trionfo della “religione della libertà” e del liberalismo, nell’azione politica cospiratrice contro l’assolutismo borbonico. Pochi oggi ricordano i nomi di Carlo Poerio, Nicola Nisco, Luigi Settembrini, che hanno pagato il loro impegno politico in carceri non meno dure dello Spielberg, come il carcere di Montefusco, lo “Spielberg d’Irpinia”. 

In questo durissimo bagno penale, nell’entroterra inaccessibile dell’Appennino irpino, nel 1852 il re Ferdinando II di Borbone volle che fossero rinchiusi i “rei di stato”, coloro cioè che erano condannati per reati politici contro il regime e lo stato borbonico. Un carcere antico quello di Montefusco, interrato, umido, marcescente, putrido e tenebroso, sprofondato al disotto del castello degli aragonesi, un carcere che esisteva da secoli, dal tempo in cui la Montefusco era capoluogo della Provincia irpina e perciò sede di un tribunale provinciale. 

Lo Spielberg d’Irpinia, dopo l’unità italiana, sopravvisse come dipendenza del carcere di Avellino. Poi abolito l’orribile ambiente sotterraneo, restò come carcere ordinario della locale pretura fino al 1923. 

Nel 1928 lo “Spielberg d’Irpinia” divenne monumento nazionale, lasciando allora inalterato tutto l’ambiente: le inferriate rugginose, le imposte di legno mal connesse, le porte di ferro, le catene. Benché non siano mancate le visite illustri (Umberto di Savoia vi fu nel 1932), i “pellegrinaggi”, i convegni, le celebrazioni sul significato del luogo e del monumento, questa singolare pagine storica del Risorgimento meridionale è forse ancora poco nota.

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