18 Ottobre 2024

Una delle cose che più mi incuriosisce, e che mi sarà sempre impossibile sapere davvero, è cosa pensano le persone di se stesse. Non come si mostrano né quali strumenti, volontariamente e non, offrono agli altri per farsi leggere e decifrare. Mi affascina la parte su cui non si ha controllo e che si è costretti quotidianamente ad affrontare, intendo l’opinione che si ha di sè. Più precisamente, cosa si penserebbe di se stessi se ci si potesse osservare per qualche attimo dall’esterno, magari mentre si intavola una conversazione leggera o si prende il sole. Oppure mentre si accenna un movimento fuori contesto perché si sta ascoltando la musica con le cuffie, o mentre ci si aggiusta i capelli. O quando si abbozza un sorriso, di quelli che mi piace definire disordinati, spontanei e accompagnati da un velo di imbarazzo.

A farla breve, mi domando spesso come si percepisce chi vive dentro se stesso e che ha la fortuna di conoscere la propria unicità. Mi chiedo quanto realmente si discosti da ciò che riesco a captare io, e di chi sia la responsabilità effettiva di tale differenza.

Soprattutto quando sono circondata da tante persone diverse, a volte le osservo e penso se sono consapevoli o meno della fortuna che hanno di essere se stesse, e in che parte del corpo tale consapevolezza si collochi. E se talvolta sia tangibile, anche questo mi incuriosisce tanto.

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