18 Ottobre 2024

Se è vero che c’è a qualsiasi cosa appartiene una storia, la lattina di sidro, che ho intravisto su quello che credo fosse un palo d’intercettazione, ne ha una che viene piuttosto naturale voler sapere. In tutta la stranezza del suo posizionamento, mezza piena e adagiata perfettamente in cima ad un palo alto poco meno di un metro, aveva infatti un che di estremamente magnetico. 

Mi sono dunque domandata se il suo essere lì, in piedi come chi distende le spalle e si mette in posizione eretta, sia stato intenzionale o semplice frutto di una buffa casualità. Se le mani che l’ hanno riposta a mezz’aria abbiano cercato appositamente il suo baricentro, o se il suo essere in equilibrio sia stato una fortuita contingenza, quella tipica di chi riesce nelle cose al primo colpo perchè non ci pensa. E se sia stata lasciata lì con l’intenzione di esser prima o poi finita, segno di una fiducia nel buon senso altrui che solo in un paese scandinavo si può coltivare, o se sia stata dimenticata, come si fa con le birre mezze piene sul ciglio della strada a fine serata.

Eppure era pieno pomeriggio, e quella lattina di sidro dai contorni giallognoli era al centro di una via parecchio trafficata, come stesse aspettando di esser scorta da qualcuno. A me piace pensare che chi l’ha abbandonata in quel punto bizzarro, per poco e per sempre, aveva davvero voglia che qualcuno se ne accorgesse, e che ne costruisse a modo suo una storia, o perlomeno, si facesse domande destinate a restare perfettamente a mezz’aria come quel sidro aromatizzato a qualche frutto tropicale. 

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