30 Aprile 2024

Ieri mattina il mio sonno è stato interrotto da una scossa sismica, che oltre a far tremare per qualche istante i palazzi, ha fatto sussultare anche l’animo di quelli che, nonostante con il bradisismo ci convivano, fanno fatica ad abituarsi. E senza bisogno di caffè, perchè il mio cortisolo era già stato ampiamente sollecitato, è così iniziata la mia mattinata.

Ho subito accompagnato mia nonna, che figura tra coloro che con i fenomeni sismici ci vivono ma non li accettano, a prendere un po’ d’aria, che concretamente coincide con la pratica di comprare il pane e curare le proprie relazioni sociali mentre fa la fila. Neanche il terremoto che tanto la spaventa è riuscito a cambiare tali priorità: può sacrificare l’ascensore e percorrere cinque piani a piedi, ma rinunciare al pane da mettere in dispensa e ai cornetti che ogni mattina farcisce con marmellata di arance è un qualcosa di inconcepibile. E come per lei, lo è per tanti altri che con noi che facevano la fila. Mentre si parlava della scossa che aveva colto di sorpresa chi dormiva, chi si era appena seduto al tavolo per fare colazione o chi stava semplicemente stendendo i panni fuori al balcone, una signora si faceva spazio vicino al bancone nel tentativo di intravedere quali panini fossero rimasti. Con una bottiglietta d’acqua in mano, si alzava sulle punte per scorgere una parvenza di pane casereccio, ma dato che ne restavano solo le briciole, si è alla fine accontentata di qualche mezzaluna e triangolino. Aspettando il suo turno per pagare, continuava a ripetere che aveva tutto ciò che le serviva per affrontare nuove scosse, se ce ne fossero state altre: acqua per combattere il caldo e pane, la cura a tutti i mali. Si trovava nel luogo forse più giusto in cui fare un’affermazione di questo tipo, tanto che chiunque fosse all’interno del panificio sorrideva compiaciuto in segno di approvazione.

Quella signora non aveva fatto altro che esprimere ad alta voce una verità condivisa, che aveva forse la stessa importanza dell’acqua e del pane nel piano di difesa contro il bradisismo adottato da gran parte dei residenti del quartiere. Anche mia nonna annuiva con fierezza, con in mano una busta di cornetti che avrebbe farcito una volta tornata a casa, dopo aver percorso cinque piani a piedi.

L’immagine di quel forno ieri mattina era tanto tenera quanto significativa, uno spaccato di realtà profondamente sincero. Era da un po’ che non mi capitava di assistere ad uno spirito di comunità così ingenuo e spontaneo. Sembrava estremamente facile.

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