27 Aprile 2024

Fiori di campo: un ponte di memorie e sensi

Ve la ricordate la passeggiata in campagna nei primi giorni di primavera? Ci si avvia giù per la stradina che dal paese porta verso le terre adornate di ulivi, viti e ortaggi seguendo il profumo che ad ogni passo si avverte di note diverse, indicando la differente presenza di fiorellini e piante aromatiche.

Un caleidoscopio quasi confuso di colori e di fiori più piccoli nascosti, che a tratti emergono curiosi, fra le piante più grandi e resistenti. Una società mutevole che offre alloggio a tutti, dalla fragile margheritina all’anemone al fiordaliso, fra spighe verdi di grano e profumate piante aromatiche della macchia mediterranea fino agli alberi da frutta fioriti come i bianchissimi e soffici fiori di ciliegio.

Ed è una esperienza del corpo e dei suoi sensi ma anche la contemplazione di uno spettacolo che riporta fanciulli. Nei borghi e nelle loro campagne, in montagna e lungo i rivi dei fiumi, è possibile assistere e prendere rispettosamente parte di questo tripudio della natura, del ritorno al “mondo di sopra” di Proserpina, figlia di Cerere che Plutone prese con sé proprio mentre raccoglieva fiori. Il mito racconta che per i sei mesi dell’anno in cui la fanciulla rimane negli Inferi, Cerere ne piange la lontananza e con lei tutta la Natura per poi rallegrarsi del ritorno di Proserpina all’equinozio di Primavera.

Vediamo il mondo civile cambiare sotto i nostri occhi eppure il ciclo intatto, per quanto intaccato dall’uomo, di Madre Natura è lì con le sue leggi di vita e ci aiuta a ricordare che siamo ospiti di questo Mondo costruito su un incantato equilibrio la cui potenza è contenuta finanche in un fiorellino che offre la sua bellezza come pegno dell’antica alleanza fra Uomo e Natura. Abbiamone cura, per quel che è ancora possibile.

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