27 Aprile 2024

“Cedi la strada agli alberi” è il titolo di una raccolta di poesie di Franco Arminio, il poeta di Bisaccia (AV) che canta da decenni la desolazione e al tempo stesso la gloria dei paesi abbandonati sparsi sulle alture dell’Appennino, la paesologia come nuovo orizzonte umanistico da praticare anche in città come recupero dello splendore tenue di una umanità che piano piano si è smarrita nel nostro sviluppo senza progresso, tra le merci esposte sugli scaffali, i vortici quotidiani dell’avanzare sempre nella vita, le alienazioni di una civiltà urbana tutta esposizioni, apparenze, neon e miti di successo. 

Cedi la strada agli alberi è anche un invito all’uomo a rinunciare alle sue pretese sul mondo; un appello all’umiltà del vivere, di sapore implicitamente leopardiano, una esortazione a tutti noi a non considerarci sempre centro assoluto dell’universo, a cedere, appunto, la strada alla natura silenziosa nella quale prima l’umanità si muoveva con rispettosa circospezione, al punto che ogni gesto che ne alterava lo stato era accompagnato da opportuni riti, da preghiere cautelari, da compensazioni sacrificali. Dopo la mietitura un canto rituale si levava tra i lavoratori che avevano in qualche modo assassinato il grano, strappando alla terra il suo prodotto; dopo la costruzione di un ponte su un fiume, bisognava ingraziarsi le divinità delle acque. La natura era lo scenario sacro dentro il quale l’essere umano si muoveva con stupore e rispetto. Cediamo la strada agli alberi ancora una volta non per ritornare al passato, ma per assicurarci un percorso umano verso il futuro, “per tornare assieme nella casa del mondo”.

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