19 Settembre 2024

Ogni volta che metto piede al supermercato non riesco a fare altro se non sperare che sia la volta buona che impari a fare la spesa. Non importa quanto, nel tentativo di ricordare ciò che mi serve, mi impegni a ripercorrere con la mente la geografia del mio frigo e della mia dispensa, c’è sempre qualcosa che dimentico. In genere me ne accorgo il giorno dopo, quando il senso di compiacimento nel vedere una credenza non più semivuota è improvvisamente smorzato da una scomoda realizzazione: un pezzo mancante. Spesso si tratta di spezie, sale le poche volte in cui lo finisco, miele, gallette o spinaci surgelati. Forse c’è una velata intenzionalità nel dimenticarmi sistematicamente di questi ultimi, perchè in realtà non mi piacciono così tanto, sono solo comodi.

Allora succede che mi rassegno, e con un po’ di amarezza inizio ad accettare l’idea di dover andare a fare la spesa di nuovo, valutando quanto sia effettivamente necessario ciò che devo comprare. 

Se è indispensabile, me ne faccio una ragione ed evito di procrastinare; se posso vivere senza per un paio di giorni, rimando fino a quando non constaterò di aver bisogno anche di altro.

E così, ogni volta che metto piede al supermercato, anche se sono ben consapevole che accadrà lo stesso, non riesco a fare altro se non augurarmi che sia la volta buona di non doverci tornare a breve. Chissà se chi ci lavora l’ha capito che io la spesa non la so fare, secondo me è una cosa piuttosto comune tra le persone della mia età.

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