19 Settembre 2024

Da quando ho iniziato a vivere da sola, ho gradualmente sviluppato una mielosa ipersensibilità rispetto ai gesti spontanei e inaspettati, quelli che ho dovuto pian piano dovuto smettere di aspettarmi e imparare a chiedere. Credo sia stata forse la prima vera presa di coscienza dello star crescendo davvero, dell’avvicinarsi sul serio a quel mondo in cui le cose non sono scontate e devono essere accompagnate da una spiegazione. Si tratta di una consapevolezza faticosa e anche un po’ triste, che talvolta mi dimentico di avere quando vengo colta alla sprovvista da un’attenzione.

Quando, per esempio, un’ amica mi porta una mela a lezione o qualcuno ricorda il quantitativo preciso di miele da mettere nella mia tisana. In occasioni del genere sono allora pervasa da un tenerissimo senso di leggerezza che ha la stessa ingenuità del modo di meravigliarsi dei bambini, e mi concedo un attimo di dolcezza, o due. Forse è il modo più sincero che conosco di volermi bene, e di volerne anche a chi di volta in volta mostra la generosità del proprio animo. Penso che essere grandi e avere naturalmente premura di un altro sia la più complessa forma di bellezza che conosco.

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