19 Settembre 2024

Il susseguirsi di giornate soleggiate e quasi calde si è da poco interrotto, facendo spazio ad un cielo grigio e una pioggerella inutile, di quelle sottili ma insistenti abbastanza da impregnarti i vestiti. L’improvvisa assenza di luce piacevole e brezza calda, a cui ad un certo punto ci si inizia ad abituare per un qualche tipo di istinto di sopravvivenza, o, per essere meno drammatici, per qualche tipo di istinto di preservazione del proprio benessere interiore, comporta un abbassamento di quelle che mi piace chiamare difese immunitarie dell’umore. Come se l’apparato difensivo delle emozioni si indebolisse all’affievolirsi dei raggi del sole, traducendosi in irritabilità fulminea e un gran senso di generale insofferenza. Una sorta di carenza vitaminica della suscettibilità.

E così l’aria si riempie di tensione, seguendo l’esempio di chi la respira.  Mentre alcuni però riescono a nascondere piuttosto bene questa ironica inquietudine, ad altri invece si legge in faccia, nell’estrema trasparenza delle loro espressioni. I primi possono essere descritti come irrequieti silenziosi, i secondi sono forse solo troppo sinceri. 

Per farla breve, quando il tempo diventa brutto dopo esser stato bello per un po’, sono tutti più nervosi, ed è sempre molto divertente imparare a conoscere come l’animo di ciascuno reagisce quando ha la luna storta. 

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