16 Settembre 2024

L’altra sera ho sentito il mio coinquilino ridere insieme a qualcuno con cui ha condiviso una bottiglia di vino e una bella serata. Ero in bagno a lavarmi i denti e avevo le cuffie nelle orecchie, ma il caso ha voluto mi cadessero nel lavandino proprio quando la loro felicità diventava a tutti gli effetti un’armonia allegra e genuina. Di riflesso ho sorriso anche io, quasi appropriandomi di quel momento ad un muro di distanza. La loro felicità all’unisono mi ha ricordato la dolcezza che solo gli animi che si guardano con occhi grandi possono avere, plasmata dalla vulnerabilità che ci si concede davanti all’altro. Non so per cosa stessero ridendo, ma la leggerezza che ha travolto gli animi di entrambi mi è familiare. È una sensazione che risiede nello sguardo e nello stomaco, e che a volte diventa una voce in comune.

Un vivere negli attimi col sorriso stampato sul volto e la spensieratezza addosso, regalandosi a vicenda.  Inconsapevolmente ero nel posto sbagliato al momento giusto, e ho avvertito l’eco di tale intimità. Ne ho avuto nostalgia e guardandomi allo specchio mi sono sentita un po’ d’amore dentro. Non credevo che lavarsi i denti potesse mai essere così intenso, che ridere.

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