16 Settembre 2024

Un bacio perugina ci ha tenuto a rivelarmi che la felicità è come una farfalla che potrebbe posarmisi addosso in qualsiasi momento, a patto che io sia distratta. Una dichiarazione piuttosto impegnativa per una mattinata di studio, che scelgo di accogliere con nonchalance. 

Ci ha poi subito pensato la vita a ricordarmi che il distacco è un qualcosa che non mi appartiene nemmeno un po’, cogliendomi in flagrante a fantasticare su realtà improbabili con cui teneramente tento di ingannare la delusione di non star vivendo ciò che al momento mi pare di ardentemente  desiderare. Come se mi aggrappassi stretta ad una fune che oscilla tra ciò che è e ciò che credo di volere, che poi in realtà è solo l’idea di qualcosa di remoto e lontano che mi piace poter pensare di inseguire. Mi domando se sia una prerogativa di un animo ingenuo, sensibile o che semplicemente si illude. Soprappensiero afferro la borraccia che andrò a riempire nel bagno alla fine del corridoio, scelgo una canzone che attraverso le mie cuffie blu mi proietterà in un delle tante dimensioni che mi fanno sorridere, e mi diletto a viaggiare con la mente in spazi che non ho mai voglia di definire. E così, va a finire che sono sempre distratta e la farfalla mi si posa addosso. Intenta ad inseguire realtà che in fondo voglio poter solo sognare, lontane e remote, poi succede che me ne accorgo. Spero sia una sensazione familiare a molti, forse per questo sembrano felici. 

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