18 Ottobre 2024

È sempre benefico per gli occhi e per la mente lasciarsi colpire dalla suggestione dell’arte, anche quando questa magari è difficile da comprendere nei suoi contenuti e nei suoi messaggi. Un’occasione per lasciarsi suggestionare dalla bellezza si trova non lontano da Capua, lungo il declivio del monte Tifata, dove sorge l’abbazia di sant’Angelo in Formis, uno scrigno prezioso di architettura e pittura del Medioevo meridionale che merita una visita attenta. Edificata nel X secolo e donata ai monaci di Montecassino, l’Abbazia di Sant’Angelo in Formis fu ricostruita, ampliate ed affrescata per volontà dell’abate Desiderio di Montecassino, tra il 1072 ed il 1087, al tempo in cui Normanni completavano la conquista della Sicilia, strappata agli Arabi. Il colto abate fece realizzare un ciclo di affreschi suggestivo, uno straordinario storytelling della Scrittura che si impone per ricchezza di scene e per qualità artistica: profeti, sibille, storie dell’Antico Testamento con Caino e Abele, Noè ed Abramo, e del Nuovo Testamento, fino alla suggestione potente del Giudizio Universale, con i suoi salvati ed i suoi dannati; e poi Angeli, Arcangeli e la Maestà Divina, il Cristo Pantocratore, assiso sul trono dell’Altissimo. Ogni riquadro, ogni slide, ha il suo messaggio. Noi oggi, estranei a quella cultura e da quella iconografia, inesperti, possiamo comprenderli con difficoltà. Ma anche così, al solo ammirare i colori e le forme, si resta colpiti da quei gesti, dagli sguardi senza tempo delle figure, dalle braccia alzate dei beati, dal viso torvo dei reprobi. Sulle pareti ombrose delle navate laterali campeggiano gli episodi del Vecchio Testamento ed anticipano la Rivelazione tutta esposta nella luce chiara e piena della navata centrale. La bellezza crea stupore. Nel silenzio della chiesa solitaria, per un momento pare di essere di nuovo nell’anno 1087, al tempo dell’abate Desiderio. Sotto gli occhi di arcangeli, profeti e sibille pare di sentire le voci gravi dei monaci antichi salmodianti nel coro nel buio delle vigilie notturne, alla prima luce del mattutino o al raggio morente della compieta.

About Author