18 Ottobre 2024

Per i cristiani la Quaresima ha un significato profondo: le origini storiche e il digiuno (che ne costituisce l’aspetto fondamentale) rimandano ai 40 giorni vissuti da Gesù nel deserto: subito dopo il Battesimo nel Giordano, e prima di iniziare il suo ministero pubblico.

Il periodo quaresimale dei primi cristiani era piuttosto breve rispetto alla Quaresima che celebriamo oggi: fino al II secolo, infatti, la Pasqua era preceduta da un giorno o due di digiuno, riservato ai catecumeni (coloro che si preparavano a ricevere il Battesimo). 

Secondo il rito romano odierno inizia il mercoledì delle ceneri e termina il sabato santo.  I credenti sono chiamati a osservare alcune norme, come quella di seguire un regime alimentare di astinenza e in alcuni giorni prestabiliti di digiuno, in particolare il divieto di consumare carne e insaccati nei giorni di magro, cioè il primo e l’ultimo giorno di quaresima. Inoltre, si dovrebbero evitare alcolici e cibi troppo elaborati, costosi e i dolci. Oggi queste norme sono diventate un po’ più elastiche ma in passato si trattava di ordini tassativi, tanto che Carlo Magno aveva previsto la pena di morte per chi avesse trasgredito. Il digiuno non serve solo a fini spirituali. Studi antropologici hanno infatti dimostrato come le norme alimentari religiose si pongano anche un fine profilattico, cioè igienico-salutare. La proibizione della carne nei giorni più importanti della quaresima non è soltanto un modo per temprare lo spirito del credente e preservarlo dal peccato di gola, ma anche un modo per disintossicare il corpo. Ad esempio la gotta è causata da un consumo eccessivo di alcolici e carne. Una malattia conosciuta fin dall’antichità che colpiva le classi più abbienti, perché cibi più costosi e quindi dimostrativi del proprio status sociale. Il tempo di quaresima, inoltre, coincide con il cambio di stagione, e andando verso temperature più calde era sconsigliabile nutrirsi di cibi grassi. In tutte le grandi religioni il cibo non è solo necessità e piacere materiale, ma anche atto sacro, un modo per ringraziare Dio o le divinità per i loro doni.

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