16 Settembre 2024

Circa a metà del mondo, un po più su, un omino cerca casa. Ha gli occhi grandi e le braccia sottili, il respiro affannato e le gambe stanche. Non ne può più di correre. Si domanda perché vada tutto così veloce, come se la vita scorresse al posto di fluire. Tuttavia va. L’idea di fermarsi, anche se per un attimo, fa tanta paura. Gli piace credere che stia inseguendo il coraggio di rischiare.

Molti sostengono che al Sud del mondo abbiano tutti gli occhi piccoli, quasi socchiusi. Alcuni dicono si viva meglio se le linee e i contorni sono sfocati da lontano, forse dovremmo essere tutti più miopi. Il futuro deve fare decisamente meno paura. D’altra parte le emozioni rimbombano più forte da vicino.

In un angolo in disparte se ne sta chi non sa da dove iniziare, come se paralizzato da se stesso. Un panettiere lo osserva con sguardo curioso. Vorrebbe potergli insegnare la base di un qualsiasi impasto, ma forse acqua e farina non sono abbastanza. Pensa a come deve essere difficile la vita per

chi ha un animo complicato. Gli sembra assurdo come l’odore del pane possa essere indifferente ad alcuni. Li definisce sfortunati.

Sul fondo di un caffè troppo lungo si intravede la sagoma di un ricordo che neanche due bustine di zucchero sono riuscite a cancellare. È fastidioso quando la memoria ti si presenta davanti senza avvertire, mormora chi quel caffè l’ha finito.

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