16 Settembre 2024

Per strada c’è solo l’ombra di una manciata di ricordi e soffia una sottile brezza di pensieri troppo leggeri per essere trattenuti.

Si intravede il riflesso di una lampada di carta proiettato nel buio pesto che un paio di lampioni dalla luce troppo fredda tentano invano di riscaldare. Proviene da una finestra diversa dalle altre. È aperta. C’è ancora qualcuno sveglio a guardare la luna, chiedendosi che forma abbia. Pensa che vorrebbe sapersi disegnare. Non la luna. Lei sa già farlo.

Un paio di piani più in basso c’è un canale che dovrebbe essere diretto al Mare del Nord, ma che in fondo non ne è certo davvero. La corrente non regala verità, i pescatori giù al molo lo sanno bene. Sogna solo di potersi specchiare per una volta, o tutta la vita.

Intanto un sogno emerge dal fondale e cammina sul filo teso di un aquilone legato stretto ad un balcone parecchio arrugginito. Teme un po’, purtroppo l’antitetanica lassù non arriva. Nel frattempo fa una capriola, chi il sogno lo accoglie.

In fondo al viale risuona il ticchettio di un orologio, un amante si aggrappa alla lancetta più piccola con tutta la forza che possiede. Il custode del vecchio campanile lo osserva con occhi grandi, non riesce a capire se voglia fermare il tempo o tornare indietro. Non osa chiedere.

A due passi, al di là di una porta senza serratura, giace un tappeto impolverato. Corre voce sia un pezzo antico, ma non tanto da valere qualcosa. Passi stanchi lo calpestano, anche oggi è stata una giornata pesante.

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