Utrecht, 2 am

Ho cambiato nazioni, lingue, biciclette,
saltato file,
commissionato furti di pane e verdure,
provato scariche d’adrenalina a cui ancora ripenso con un vuoto nello stomaco. Ho mangiato carote,

studiato teorie politiche, frequentato bar comunisti, indossato borse di tela.
Ho ascoltato musica russa,
vissuto con una famiglia olandese, perso e trovato amici pieni d’amore.

Ho smesso di mangiare carne,
fatto il bagno a novembre,
dimenticato troppo spesso il reggiseno.
Ho amato,
rimpianto di averlo fatto,
e desiderato di essere diversa.
E pedalata dopo pedalata,
stravaganza per stravaganza,
ho capito che la mia anima era tanto disordinata quanto quella di tutti gli altri.