16 Settembre 2024

L’altro giorno ero a cena con amici di amici, senza aspettative di alcun tipo. La mia unica preoccupazione era quella di ricordarmi di portare pane senza glutine e una bottiglia di vino, per assicurarmi di trascorrere una serata senza gonfiore di stomaco e momenti di disagio.
Il pane senza glutine e il vino alla fine li ho portati, ma il pane l’ho mangiato con gusto e il vino l’ho bevuto perchè ne avevo davvero voglia. Ero a cena con amici di amici ma non era davvero così. Ero a cena con idee, persone, parole, meloni, pomodori, paure, ansie e gelato al caffè. Ero a cena con tante cose che da tempo non mi riempivano il cuore: domande scomode, discorsi che non arrivano davvero ad una conclusione e storie che ti viene sul serio voglia di ascoltare. In base a cosa una persona é realmente affascinante? Che forma ha l’inferno? Ma tu ci credi in Dio? Perché per una donna è più difficile venire? Esiste qualcuno che per voi rappresenta l’Infinito? Cos’è la leadership? Tipo ideale? Riusciresti mai a stare con qualcuno con idee economiche tanto diverse dalle tue? Calciatore migliore della storia? C’è ancora un po’ di vino?

Tutto in questo preciso ordine, rimbalzando fra contesti e immagini ancora poco chiare che chi parlava provava a costruire in modo suo e maldestro. Non so per quale strano meccanismo, ma era come se tutti pendessero dalle labbra di tutti, come se ognuno custodisse una verità inedita da condividere con gli altri. Più che una verità, era un modo di vedere le cose, una prospettiva che però in quel momento acquisiva un’importanza assoluta. Ero seduta tra diverse visioni di piccole e grandi cose, ma ce n’era una in particolare che a tratti desideravo fosse anche un po’ mia. Tra insalate di pesche e cetrioli scartati, sentivo che anche il mio modo di parlare del mondo diventava un po’ suo, con una naturalezza disarmante. Il suo sguardo inquisitorio e i quesiti provocatori rivelavano una curiosità di una profondità che non avevo mai provato prima, corrisposta prima ancora che me ne rendessi conto. Era un pensare durante piuttosto che prima o dopo. Era, per la prima volta, un momento che bramavo durasse all’infinito.

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