16 Settembre 2024

Capita a volte, quando non me lo aspetto, che mi ritrovi a pensare a cosa sia la femminilità e quanta io ne possegga. Mi chiedo se sia un modo di fare, un modo di apparire o un modo di essere.
Io la sento intensificarsi e affievolirsi a seconda di quanto definiti siano i miei ricci, elegante il mio cappotto, o gradevole il mio profumo. In base a quanto siano a vita bassa i miei jeans, su misura i miei reggiseni, o di compagnia la mia presenza. Determino la mia femminilità rispetto a quanto desiderabile io mi percepisca. Capita a volte che io lo scelga. Come fossi un blocco di ceramica perfettamente riposto al centro di un tornio e modellato da mani piccole e curate. O un aroma che sa di vaniglia e arancia, anche se non impazzisco per gli agrumi. Associo la femminilità a ciò che agli altri piace e che a tratti credo piaccia anche a me. So essere femminile ma non so fino a che punto riesca a sentirmi realmente tale. L’istinto di accavallare le gambe non mi appartiene così come lo stare composta. Sono troppo espressiva per apparire sempre a mio agio. Nelle foto faccio le smorfie e mi sento più bella così. La mia borsa è piena di cose che non mi servono e non ho mai pensato di volerla svuotare.

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