8 Settembre 2024

Cosmic Revamp: una nuova galassia di stile?

La regia della presentazione del restyling dello stadio Arechi, tenutasi all’hotel Mediterranea, può attribuirsi al regista americano Missoula.

Antonello Di Donato

Spiegare alcuni film è come spiegare i trucchi di un mago. Dopo che è stata spiegata, la magia non è più tanto sorprendente. In tal senso David Lynch è tra i massimi esponenti di un cinema che sviluppa differenti piani narrativi, che corrispondono a diversi stati di coscienza. Mentre la realtà cui lo spettatore assiste corrisponde a quel che succede, il sogno/fantasia raccontato dal protagonista narratore è invece ciò che avviene nella sua mente; di conseguenza, la realtà è demolita e ricostruita a piacimento da quest’ultimo. Il subconscio/sogno profondo mostrato è poi la proiezione del subconscio del protagonista narratore, che nello stato vigile viene controllato, ma che durante il sonno –pomeridiano in tal caso- è liberato come da una valvola di sfogo. In tale stato non è dato allo spettatore capire cosa succede davvero, perché la sua mente “razionale” non lo può elaborare. Probabilmente la regia della presentazione del restyling dello stadio Arechi, tenutasi all’hotel Mediterranea, deve ugualmente attribuirsi al genio del regista americano, il quale, ridisegnando i piani corrispondenti ai diversi stati di coscienza del narratore, ha sciorinato agli stupefatti spettatori una sarabanda di rendering progettuali di trasformazione architettonica dello stadio ed aree limitrofe, con commistioni illusive della possibilità di risollevare, in un unico sogno di una notte di (mezza) estate, il luogo fisico e mentale più amato dai tifosi della Bersagliera dallo stato di indicibile abbandono in cui versa ormai da anni e che rende quasi impossibile la pratica sportiva delle discipline cosiddette “minori”.La valutazione degli eventi e delle decisioni umane, per essere oggettiva, deve sempre essere cautamente rinviata ad un momento successivo, ma la sensazione che è derivata dalla presentazione di ieri è che si sia trattato, ancora una volta, di una esposizione di piani temporali non lineari, di dimensioni alternative ed oniriche, difficili – se non addirittura impossibili, come tali – da comprendere, proprio come risultano i film del regista di Missoula.

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