16 Settembre 2024

“L’anima non può rimanere ferma…ai fatti”

L’invito a consegnare alla citta’ un laboratorio che una comunità, a tratti smarrita, chiede.

Raccontando alcuni luoghi(sportivi) del cuore della nostra città, abbiamo cercato di riportare dei fatti seguendo una regola ben precisa: separare questi ultimi dalle opinioni. Abbiamo chiesto soccorso a delle immagini, la maggior parte delle volte inedite, altre risalenti nel nostro archivio, fotografando un particolare momento della storia del nostro territorio. Prendendo spunto da alcuni spazi cittadini che hanno ospitato e accolgono i tifosi, abbiamo toccato con mano i segni indelebili del tempo, in un caso, nell’altro il corpo collassato che il tempo e le risorse economiche, spesso non adeguate, fanno del tempio granata un “fisico” non più al passo dei tempi. I fatti per l’appunto, altro il giudizio che ognuno da par suo matura, sperando che il nostro contributo abbia schiarito ai più le idee e rilanciato le risposte alle sfide che, come comunità, potremmo essere chiamati a dare. Difatti, appare ineludibile soffermarsi oggi sul tema dello sport, soprattutto del calcio e della comunità granata con l’aria nuova che arriva nelle finestre, che, se aperte, offrono all’occhio attento e vigile una statura inconsueta alla città. I “non luoghi” attuali, intorno ai quali si raccolgono identità, valori e tradizioni, possono diventare altro. Altro, che la comunità, ebbene sottolinearlo, può contribuire con le istituzioni e i privati a rendere dei laboratori, degli spazi del possibile, dove offrire modalità nuove di abitare lo sport, potenziali incubatori di idee dello sport per la comunità (Vestuti), per altro verso esperienze di senso che lo Stadio Arechi può riconfigurare, liberando le energie migliori tra i tifosi, gli attori imprenditoriali e le istituzioni. Tale percorso potrebbe giocare un ruolo decisivo sul futuro del territorio perché tali infrastrutture materiali non sarebbero solo dei corpi vuoti ma consegnerebbero alla citta’ un laboratorio per alcune risposte che una comunità, a tratti smarrita, chiede. Perché, come amava sottolineare uno scrittore, recentemente passatomi sottomano, “stiamo sicuramente andando indietro quando ci accorgiamo di non essere andati avanti: l’anima non può rimanere ferma”.

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