16 Settembre 2024

Talenti in fuga 

L’Istat ha divulgato le statistiche sui giovani emigrati. Negli ultimi dieci anni l’Italia ne ha persi 1 milione e 800 mila.

Ogni anno, centinaia di migliaia di giovani si laureano in Italia. Un laureato su due si dichiara decisamente disponibile a lavorare fuori dai confini nazionali.

È fuga di cervelli. L’Istat, durante l’evento “L’Italia 2023: Persone, Lavoro, Impresa”, ha divulgato le statistiche sui giovani emigrati. Negli ultimi dieci anni l’Italia ne ha persi 1milione e 800mila. Dunque il nostro Paese si conferma una nazione esportatrice. Non solo di beni e servizi, ma anche di capitale umano. Sempre il rapporto dell’istituto di statistica ci ricorda che negli ultimi anni i giovani italiani che hanno trasferito all’estero la residenza sono fortemente aumentati e pochi hanno fatto ritorno; in tal senso, restiamo penultimi nell’Unione europea, dopo la Romania. Le conclusioni sono che il costo in termini di perdita di capitale umano è tanto più alto quanto più è elevato il titolo di studio di chi compie la scelta. Pochi e significativi dati: sono espatriati circa 321mila giovani, il 5,3%, della fascia d’età 25-31, ha deciso di lasciare l’Italia. Ancora, dalle statistiche Istat emerge che emigrano 80 giovani su mille, senza sostanziali differenze di genere. Anzi, la disponibilità a trasferirsi delle laureate è maggiore dei loro colleghi.

C’è un secondo fattore da tenere presente, mentre il Nord riesce a compensare le uscite con l’attrazione di giovani provenienti dal Mezzogiorno, il Sud si ferma alla perdita secca dei suoi talenti. Ciò ad evidenziare ulteriormente quel divario Nord-Sud che ci accompagna dai tempi dell’unità d’Italia. 

E i rimpatri? I governi, a ruota, e sempre con scarso successo, puntano sugli incentivi fiscali. Tendenzialmente, sono soprattutto i maschi a rimpatriare: 28 laureati su mille. Dati che ci devono far riflettere se vogliamo recuperare in termini di competitività. Pertanto, l’Italia deve spingere sulle risorse umane che, troppo spesso, restano in secondo piano nei programmi dei governi.

Intanto, altri trolley tricolore, stracolmi di sacrifici, titoli e belle speranze, di corsa fuori dai confini nazionali per quella destinazione chiamata futuro…

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