16 Settembre 2024

Cicerone è disoccupato

Pensare al mercato del lavoro è importante, ma non può essere l’unico fattore determinante, questo modo di agire sta conducendo sempre di più all’idea che l’istruzione debba essere un mezzo esclusivamente rivolto alla ricerca di un lavoro.

Ogni anno la World University Ranking stila una classifica che vede come protagoniste le migliori università del mondo.

Negli ultimi giorni La Sapienza di Roma è nel mirino dei media perché è stata collocata tra le migliori 200 università a livello mondiale. 

L’Ateneo si posiziona al 171esimo posto nel mondo, ma il vero e proprio primato prestigioso le viene conferito come prima università al mondo nella materia “Classics and Ancient History’’ seguita dagli atenei di Oxford e Cambridge.

Tale riconoscimento ha scatenato moltissime reazioni, non tutte positive, infatti molti sono stati i commenti negativi accompagnati da una certa perplessità e da tono sarcastico: ‘’ proprio le materie che sono essenziali oggi’’‘’una fabbrica di disoccupati’’; queste sono le considerazioni fatte da chi vede le discipline umanistiche come una mera perdita di tempo.

Tuttavia la perplessità che si ha in merito alla validità di questi studi è direttamente proporzionale allo scetticismo che riguarda le possibilità lavorative che alcuni percorsi universitari offrono, per molti un futuro più che incerto.

La mente di uno studente in procinto di dover scegliere la strada universitaria da percorrere è piena di dubbi e preoccupazioni. Per molti l’indecisione porta ad un annebbiamento tale da non permettere di fare una scelta coerente, suggestionati soprattutto dai diffusi pregiudizi, alle proprie inclinazioni personali. 

Pensare al mercato del lavoro è importante, ma non può essere l’unico fattore determinante, questo modo di agire sta conducendo sempre di più all’idea che l’istruzione debba essere un mezzo esclusivamente rivolto alla ricerca di un lavoro, che debba essere in grado di produrre perfetti automi specializzati senza nessun tipo di capacità di elaborare un proprio pensiero critico.

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