La danza dei segni

Occhi grandi ed espressivi, dal quale traspare tutta la sua profondità umana e artistica. Mani fluide e armoniose, usate per trasmettere i sentimenti dell’anima. Lei è Michela, coreografa e artista poliedrica del teatro campano e nazionale. Ha fatto della danza la sua professione e ha interpretato generi e ruoli diversi con i registi teatrali più popolari.

Racconta che fin da piccola, frequentando le scuole di danza, ha imparato a comunicare solo con il linguaggio del corpo, senza parlare; ha ricevuto un’educazione alla comunicazione attraverso la gestualità̀ co-verbale e la prosodia. Questo rapporto tra segno, forma e ritmo l’ha accompagnata sempre nella sua vita professionale fino a quando un incontro con gli artisti Tommaso Fichele e Fabio Notari l’ha portata a riprendere lo studio sulle modalità di espressione visivo-gestuali. In seguito, con l’aiuto di Rosaria Sinforosa, amica da sempre e promotrice LIS, nasce il progetto “Vividarte – l’arte per tutti”.


Un progetto che mostra come si possa fondere il canto, il movimento coreutico e la lingua dei segni che, grazie alla danza, si arricchisce di spessore interpretativo e dona una emozione anche a chi non conosce questa lingua silenziosa.
«Abbinare la danza alla Lis è molto difficile, ma è anche una forte emozione, perché permette di congiungere i movimenti coreografici e teatrali alla verità della Lis; quindi una danza del corpo, delle mani, dello sguardo e dell’anima. È come parlare danzando e danzare parlando», spiega la coreografa. «È dovere morale di un Artista emozionarsi ed emozionare, per arrivare al cuore di tutti, anche di chi ‘sente’ solo con gli occhi e con l’anima», afferma Michela. Molto spesso ci diciamo che un gesto, uno sguardo o addirittura il silenzio valgono più di mille parole, Michela dimostra che è tutto vero. ©Gianpiero Scafuri