19 Settembre 2024

Già te ne vai ?!

«Già te ne vai?», mentre tiene strette le mani di sua figlia.Rosaria, 90 anni, è allettata da ben sette anni e da allora non sa più cosa voglia dire respirare all’aria aperta, camminare. Il morbo di Alzheimer e il Parkinson, silenziosamente si sono impossessati della sua vita.

«Già te ne vai?», mentre tiene strette le mani di sua figlia. Rosaria, 90 anni, è allettata da ben sette anni e da allora non sa più cosa voglia dire respirare all’aria aperta, camminare. «Già te ne vai?», mentre tiene strette le mani di sua figlia.Rosaria, 90 anni, è allettata da ben sette anni e da allora non sa più cosa voglia dire respirare all’aria aperta, camminare. Il morbo di Alzheimer e il Parkinson, silenziosamente si sono impossessati della sua vita., silenziosamente si sono impossessati della sua vita. Trascorre le sue giornate immersa nelle orazioni ai Santi. La preghiera è sempre stata la sua ancora di salvezza. Già prima che fosse allettata definitivamente, Rosaria, camminando a fatica, raggiungeva la chiesa dove trascorreva il suo tempo, ascoltando messe, e recitando suppliche alla Madonna. Oggi sono diventati pochi i momenti di lucidità e spesso non riconosce più i suoi cari.

«È dura», afferma la figlia Anna, «È come se mia madre fosse già dipartita». Attualmente Non esistono trattamenti disponibili per rallentare o fermare il danno cerebrale causato dal morbo. Solitamente, quando si parla di Alzheimer, gli sguardi vengono rivolti verso chi ne soffre. Ma è una malattia che colpisce anche le persone che se ne prendono cura. «Si tratta di una situazione molto difficile da comprendere e da affrontare, poiché, il familiare che conoscevamo, spesso, fatica a riconoscerci e anche i suoi comportamenti sono diversi rispetto a quelli che ricordavamo», racconta Anna, con occhi lucidi.È una malattia che cambia la vita delle persone malate e anche delle loro famiglie.

«Vicinanza e amore è la sola cosa che posso far sentire a mia madre e so che è la sola cosa di cui lei ha bisogno. L’ho capito col tempo e da allora non smetto di tenere le sue mani anche se tremano ed anche se lei fa fatica a riconoscerle».In un mondo virtuale in cui i rapporti sono solo cibernetici, astratti, distanti, la presenza fisica resta l’unica cura. Usciamo dalla stanza osservando ancora le mani che continuano a cercare un contatto d’amore.

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