Custodi della biodiversità alimentare
La biodiversità, strettamente legata alla salute del pianeta, sta scomparendo sempre più velocemente e per tal motivo sono numerose le iniziative finalizzate a salvaguardarla. Tra le tante attività è diventata pratica comune in molti Stati fondare sul proprio territorio banche dei semi, al fine di conservare germoplasma di specie vegetali per proteggerle dall’estinzione, offrire materiale di studio per coltivare nuove varietà resistenti ai cambiamenti climatici, facilitare la ricerca scientifica e garantire le risorse alimentari future.
L’antesignano degli studi sulla biodiversità fu N. I. Vavilov che realizzò la prima banca mondiale dei semi nell’istituto di botanica applicata di Leningrado intorno al 1921. Da allora furono create ovunque e attualmente al mondo ne esistono più di 1500.
Tuttavia in Norvegia si pensò che non fosse abbastanza, in quanto catastrofi naturali e artificiali, eventi bellicosi, cattiva gestione e tagli dei fondi destinati a questi enti, avrebbero comunque messo a rischio i semi conservati. Così nel 2008 fu inaugurato il Svalbard Global Weed Vault, una struttura progettata per resistere a calamità naturali e accessi non autorizzati di qualunque tipo. Un bunker sotterraneo, adibito a magazzino, dove vengono custoditi duplicati di semi provenienti da tutte le regioni del mondo che decidono di partecipare al progetto. Insomma uno spazio di backup a cui anche l’Italia ha aderito nel 2023 con il suo primo deposito formato da scorte di due specie di grano.
L’idea norvegese è risultata essere vincente in quanto nel 2015 il Centro Internazionale per la Ricerca Agricola in Aree Asciutte di Aleppo in Siria ha richiesto una parte di quei semi depositati in precedenza per recuperare colture che durante la guerra civile furono perdute. Due anni dopo lo stesso centro, riavviata la produzione, fu in grado di ridepositare le scorte prelevate.
Dunque queste banche dei semi sono dei veri e propri custodi della biodiversità alimentare che, consapevoli della necessità di un futuro vivibile, si impegnano a preservare le varietà delle colture per assicurarle nel tempo.