18 Ottobre 2024

La sostenibilità in capo, il resto una mina vagante

Ci eravamo lasciati, facendoci accompagnare nella torrida estate dalle parole nette, per nulla paludose di un vero uomo di calcio, Gianluca Petrachi, sull’imminente tabula rasa di una stagione da dimenticare, la retrocessione, quando scavallando l’estate, avvicinandoci all’inverno, ci ritroviamo, senza il presidente, ma ancora proprietario, con una dirigenza nuova, una squadra rivoltata come un calzino, una guida tecnica, non più dietro le quinte come nel passato. La bonifica c’è stata e le promesse mantenute. Le parole possono trovare rispetto nei fatti che sono lì ad inchiodare chi le pronuncia. Monte ingaggi nullo rispetto al passato, i vecchi volti hanno lasciato Salerno, sfoltendo di molto il peso dei debiti per trovare nuove leve, più e meno giovani, capaci di ridare un sorriso ad un passato. A cui tutti fanno ancora fatica a digerire, vedendo inoltre qua e le vecchie comparse calcare, loro, i campi che la tifoseria negli ultimi tre ha visto sfilare davanti agli occhi. Se questo il lato tecnico-sportivo, presidiato da chi, ancorandosi alle capacità, ha fatto sua la sostenibilità lanciando nella mischia la mina vagante della seconda serie, dall’altro, il versante societario, decidendo bene sulla guida sportiva, sembra ancora alle prese con un vecchio nodo da sciogliere. Fonti autorevoli hanno fatto pendere la bilancia dalla parte della cessione, assecondando i fatti, ma prontamente la parola dell’amministratore delegato granata ha smentito ribadendo: “Non mettiamo certo il cartello “vendesi” alla porta del club, e se avessimo voluto vendere, avremmo usato altri strumenti finanziari”. Anzi, ritornando sul Presidente, che molti danno lontano dalle vicende calcistiche, ha rilanciato parlando di un piano industriale triennale, non per vendere la Salernitana. I tifosi, una parte prevalente, sono delusi. Avvertono un distacco, ascoltano le parole di un Presidente nuovo ma rappresentativo per altre ragioni, sono sul pezzo, sperano nei risultati, e chissà in un dialogo costante ma rinnovato. Con altre tonalità. Il tempo, Padre tempo, come sempre, spariglierà. 

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