18 Ottobre 2024

Siamo agli sgoccioli di una stagione da dimenticare dove di salvabile si farebbe fatica a trovarne traccia. Il risultato sportivo da più di un mese, ma già da prima se ne intravedeva l’esito, mette fine all’Annus horribilis vissuto dai tifosi. C’è un’ultima partita da giocare il cui risultato interessa poco ma che invece ancora una volta farà parlare di sé: ne siamo convinti. Sullo sfondo, tra le note di “che importa se è arrivata la retrocessione che vuoi che sia in ogni categoria Salernitana io non vivo senza te”, scenderà dagli spalti, srotolando il telo dell’immensa passione, la coreografia che chiude la stagione. Quel pezzo di Stadium art troverà posto sulle gradinate, rifacendosi vivo dopo aver lasciato in ogni angolo del mondo un ricordo significativo di quella discesa di The Wall che separava due facce poste agli estremi del settore. Era ottobre del 2023 la tifoseria granata mandava in onda la sua inventiva, popolare, proponendo agli spettatori, più dell’arte calcistica, lo spettacolo vero: l’emozione forte, la malattia, il tifo, incurabile, che si trasmette di padre in figlio. Emozione che si riprende la scena lunedì ma che ha trovato una sua anteprima ieri richiamando tantissimi bambini e genitori. Imbrattati di colore granata con pennelli e stesi su teloni in un mercato cittadino piccoli e piccolissimi si sono riuniti, con i genitori, con simpatizzanti, raccogliendo l’invito degli ultrà per raccontare con il linguaggio e la fantasia dei più grandi quella autentica forma di vita che lo sport, il calcio, fa sua: il potere di stare insieme. Verrà il domani, i piccoli ultra che crescono, potranno raccontare ai loro figli che c’erano e che per la prima volta i più piccoli sono stati attori principali. Il risultato? Si sentiva, si percepiva, era nell’aria, come quella rete che sa di felicità ma non è la vittoria sul campo che conta ma tutt’altro: l’appartenenza al Cavalluccio senza se e senza ma!

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