27 Aprile 2024

Non capisco le persone che trovano piacere nel vestirsi eleganti, che provano compiacimento nel proiettare un’immagine ricercata di sé. Con questo non intendo che non sia un concetto di tutto rispetto, dalla profondità che forse mi sfugge, ma io ho semplicemente estrema difficoltà a comprendere il fascino della raffinatezza.

Non mi riferisco alla finezza dell’apparenza e dei modi di chi ce l’ha scolpita nel carattere, di chi ha una personalità che naturalmente vi si presta, ma a chi non prova mai disagio nel costruirsi. È una capacità che ammiro, ma che allo stesso tempo un po’ mi intimorisce. L’idea di sentirsi appagati vedendosi tanto diversi da come normalmente si è, alterando l’equilibrio intimo e familiare del proprio aspetto, per me ha sempre rappresentato una sorta di tradimento nei confronti della propria verità. Magari mi sbaglio e la sto facendo molto più complessa e retorica di quanto dovrei, ma a me l’eleganza spaventa.

Ciò non significa che non sia parte della mia vita di volta in volta, tuttavia non riesco a fare altro che guardare da lontano chi la ricercatezza la indossa con disinvoltura e interrogarmi su cosa realmente rappresenti. Se sia una dimostrazione di una versatilità che forse a me manca, o un tentativo di inseguire una proiezione di sé che nella quotidianità non si riesce ad avere. 

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