16 Settembre 2024

La mimosa, con i suoi pon-pon gialli dal profumo inebriante, è protagonista indiscussa dell’8 marzo fin dal 1946, quando fu preposta come simbolo della giornata internazionale della donna.

La scelta ricadde su questo fiore energico per una serie di caratteristiche, tra queste: il colore vivace e gioioso che esprime vitalità, la resistenza e forza nascoste dietro il suo aspetto delicato (peculiarità tipica delle donne), la sua prolungata fioritura che va da gennaio a marzo, e per essere, inoltre, un fiore poco costoso anche in un periodo storico, come quello dell’immediato dopoguerra, in cui l’economia non era florida.

Da quel momento in poi, divenne usanza omaggiare le donne con un ramoscello fiorito di mimosa per celebrare e riflettere sull’importanza dell’emancipazione femminile. Una tradizione divenuta, con il passare del tempo, un vero è proprio business. L’anno scorso, infatti, la Cia-Agricoltori Italiani ha stimato un giro d’affari nazionale di 12 milioni di euro, con all’incirca 10 milioni di mazzetti venduti. 

Se oggi riceverete in dono un ramoscello di mimosa, provate a metterlo in un vaso in piena luce, aggiungendo dell’acqua tiepida e tre gocce di limone, così che possa durare qualche giorno in più. Inoltre, per i più pazienti, sono facilmente reperibili in rete tutorial che spiegano come, dai rametti portanti, si può dar vita a nuove piantine che, una volta cresciute, colorerebbero di giallo balconi e terrazzini. 

Un modo simbolico per tenere viva l’importanza di questa ricorrenza e non ridurla ad un sol giorno di festa commerciale.

About Author