8 Settembre 2024

L’uomo spesso trattiene tutto per paura di lasciarsi scappare qualcosa o qualcuno, si tiene tutto dentro e soffre in silenzio, trattiene la rabbia, il rancore, le emozioni che reputa negative per non disturbare gli altri. Così trattiene la sua essenza, la sua vita. Secondo Osho, infatti, la vita non si può trattenere in un pugno, si devono tenere aperte le mani altrimenti non si vive. 

L’uomo ha paura del vuoto interiore che lo fa sentire non amato, per cui trattiene tutto ciò che potrebbe allontanarlo dagli altri, soprattutto le emozioni, facendosi così del male. Secondo Buddha trattenere la rabbia è come custodire in sé un carbone ardente che scotta l’uomo stesso, infatti, trattenere forzatamente qualcosa fa male, impedisce di liberarsi per far spazio al nuovo e al cambiamento nella vita. 

Trattenere le proprie emozioni, a lungo andare, può far ammalare. È stato rilevato che, a lungo termine, sopprimere emozioni genera maggiore pessimismo, depressione e difficoltà a relazionarsi con gli altri. Uno studio su persone colpite da infarto, avrebbe individuato un rischio di morte 5 volte più alto nei soggetti con una propensione alle emozioni negative e alla loro repressione; ma anche le emozioni belle, se represse, possono avere effetti negativi come l’amore provato che non si esprime, la gioia che si reprime per non sembrare troppo entusiasti, la creatività chiusa in un cassetto per paura di essere giudicati o non compresi. 

Le emozioni inespresse non moriranno, sono sepolte vive e usciranno più avanti in un modo peggiore, infatti, non si dovrebbe reprimere la rabbia, ma ascoltare cosa vuole comunicarci, lasciare andare le persone per comprendere cosa dona la loro assenza, non trattenere il pianto che annaffia il cuore e gli dona forza vitale, non trattenere abbracci, sorrisi, baci e carezze perché sono gli arti della nostra anima, non trattenere sé stessi affinché quel lato segreto di sé che ha il potere di emanare bellezza, verità e gioia.

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