16 Settembre 2024

Credo ci sia qualcosa di estremamente rassicurante nel non avere voglia di fare la spesa, nel tagliare le verdure e nel fare lavatrici senza criterio. Nel non dovere dare spiegazioni, nel fare attenzione a non dimenticare le chiavi di casa e nel lasciare che i capelli si asciughino senza usare il phon. È l’unico modo in cui non diventano crespi. Credo ci sia leggerezza nell’aprire le tende la mattina, nel bruciare il caffè per sbaglio ed nell’essere confusi. Nelle borse mai abbastanza capienti, nei silenzi e nel volume troppo alto delle cuffie. A me non dà fastidio, poi sento ancora benissimo.

Credo ci sia profondità in un pasto condiviso, in delle cartoline incollate alla parete e in delle sciarpe colorate. Anche se l’arancione è proprio brutto. Vedo bellezza in una stanza vissuta, in una giacca un po’ rotta e su una pelle spesso screpolata. In una biblioteca piena, in una dispensa vuota e in un letto da rifare. In strati di vestiti, in cappelli improbabili e nell’odore di cannella. Vedo equilibrio in file disordinate di ciclisti, in tisane col miele e in una lampadina quasi fulminata. In una cappa rumorosa, negli orecchini a cerchio delle mie amiche e negli occhi stanchi a fine giornata. Vedo amore nello spaccarsi una bottiglia di vino, nel lasciarsi leggere e nelle cioccolate calde. Nel riuscire a vedersi anche se di sfuggita, nelle telefonate di sera e nel passato raccontato a mo’ di chiacchiere. In un abbraccio spontaneo, un cappuccino di soia offerto e un consiglio non richiesto. Provo felicità per un sorriso sincero, una conversazione inaspettata e il sole che sorge mentre faccio colazione. Per qualcosa che mi interessa e per persone che mi apprezzano. Per il tè allo zenzero che bevo sempre in compagnia, per un pensiero che mi rispecchia e qualcuno che in parte riesce a capirmi. Credo ci sia qualcosa di estremamente rassicurante nel proprio spazio.

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